Regia Fabrizio Galatea, operatore Timothy Heys-Cerchio, montaggio Marco Duretti, realizzazione Zenit Arti Audiovisive
Master contenuto in Le ragioni della bellezza, di Antonio Pinelli. Volume 1, Dalla Preistoria all’apogeo dell’Impero romano, lezione 6, Il cielo in una stanza – La rappresentazione illusionistica dello spazio, parte 3 di 9. Carrellata lungo i secoli per illustrare una caratteristica fondamentale dell’arte italiana, quella di mostrare una spazio tridimensionale illusorio. Il ritorno dello spazio illusivo, dopo la bidimensionalità dell’arte cristiana e bizantina, con Giotto. Esempio da Il presepe di Greccio, di Giotto, 1496, la storia di San Francesco, e dalla Cappella degli Scrovegni, 1303-05, dove il Finto coretto propone un’illusione prospettiva molto avanzata. Anche Ambrogio e Pietro Lorenzetti approfondirono lo studio della prospettiva (Presentazione di Gesù al tempio, 1342 e Natività della Vergine, 1335-42), non ancora scientifica e strutturata come in Brunelleschi ma il percorso nella direzione dell’illusione prospettica avanza.