La trattazione prosegue approfondendo la nozione di contingenza secondo Scoto. Ancora una volta Scoto deve rielaborare e rompere la tradizione aristotelica, questa volta sulla nozione di contingenza, sostituendo un’ idea di contingenza diacronica con un’idea sincronica di contingenza. Partendo dal presupposto che un evento è contingente quando il contrario di quell’evento è possibile, il vero dibattito si sviluppa intorno a quando inizia la possibilità che si verifichi l’evento opposto a quello esistente. Secondo la contingenza diacronica di Aristotele questa possibilità avrà inizio dall’istante successivo all’evento considerato. La contingenza sincronica invece, secondo la concezione di Scoto, prevede che l’evento contrario possa verificarsi in un qualsiasi istante dell’evento in atto, e non in un istante successivo. Questa è secondo Scoto la vera contingenza. L’attesa di un momento successivo al presente fa sì che l’evento opposto possa non verificarsi mai. Una concezione della contingenza come quella diacronica azzera totalmente la libertà umana.
L’idea di contingenza di Scoto è totalmente nuova e consiste, da un punto di vista logico-metafisico, nel passaggio dalla preminenza della realtà alla preminenza della possibilità.