L’ incontro della Bottega di filosofia ”libertà e dialettica” prosegue con l’ analisi della personalità di Giovanni Scoto.
Giovanni Scoto fu maestro di corte di Carlo il Calvo, maestro di logica e uno dei pochi conoscitori del greco nel IX secolo.
Gli fu affidato il compito di tradurre il corpus delle opere di Dionigi Areopagita, il quale trasmise in occidente un neoplatonismo che conserva l’idea di un Universo circolare, ma che è declinato nei termini di un cristianesimo volontaristico.
Quindi Giovanni Scoto commenta l’opera di Dionigi Areopagita dividendo la dialettica in due parti: diairetica e analitica.
Si arriverà a definire la dialettica sia strumento logico, sia scheletro metafisico dell’Universo. Si avrà quindi quello che i medievali chiamano ”sovrapposizione dei tre ordines”: ordo rerum, ordo idearum, ordo verborum