Regia Fabrizio Galatea, operatore Paolo Rapalino, montaggio Lucio Viglierchio, realizzazione Zenit Arti Audiovisive
Master contenuto in Le ragioni della bellezza, di Antonio Pinelli. Volume 2, Dalla tarda antichità a Giotto, lezione 2, Nel segno di Cristo – L’evoluzione del Crocifisso nel Medioevo, parte 7 di 7. Il primo crocifisso conosciuto di Giotto, 1295 circa, di Santa Maria Novella, mostra per la prima volta un corpo che grava verso il basso, essendo morto. Il fiotto di sangue esce in modo violento e completa il percorso iniziato da Cimabue. Un altro crocifisso di Giotto del 1302-1303, a Rimini nel Tempio Malatestiano. Nella scultura, con Giovanni Pisano, Crocifisso, 1290 circa, o quello di Cortona anch’esso della fine del XIII secolo, sembrano anche influenzati dall’arte gotica del nord. I crocifissi tedeschi, come quello del Maestro di Naumburg, metà XIII secolo, e soprattutto l’Altare di Isenheimer, di Matthias Grünewald, 1512-1516, sono esempi di un percorso verso l’espressionismo visionario, in cui la violenza espressiva ha sostituito la schematicità e che influenzerà pittori come Max Ernst e Pablo Picasso.