Regia Fabrizio Galatea, operatore Paolo Rapalino, montaggio Lucio Viglierchio, realizzazione Zenit Arti Audiovisive
Master contenuto in Le ragioni della bellezza, di Antonio Pinelli. Volume 2, Dalla tarda antichità a Giotto, lezione 2, Nel segno di Cristo – L’evoluzione del Crocifisso nel Medioevo, parte 1 di 7. L’evoluzione dell’immagine del Crocifisso. Il punto di partenza è la Crocefissione, metà VIII secolo, nella chiesa di Santa Maria Antiqua, che presenta il Christus trimphans, vivo e con gli occhi bene aperti, come se trionfasse sulla morte. Il mondo soprattutto orientale è stato sempre molto riluttante ad accettare la fisicità della morte di Cristo. Due affreschi di Giotto (Il presepe di Greccio, 1290-1295 circa, e L’accertamento delle stimmate, 1290-1295) hanno due dettagli di croci, che mostrano che i crocifissi all’epoca guardavano verso la navata e ai fedeli, in un contesto nel quale al popolo non si mostravano i luoghi cardine del rito. Questa segretezza è rimasta nella Chiesa ortodossa, mentre nell’Occidente fu superata, anche se luoghi più vicini all’Oriente come la Basilica di San Marco a Venezia e nella cattedrale di Torcello mantengono l’iconostasi.