Regia Fabrizio Galatea, operatore Timothy Heys-Cerchio, montaggio Stefano Carcereri, realizzazione Zenit Arti Audiovisive
Master contenuto in Le ragioni della bellezza, di Antonio Pinelli. Volume 1, Dalla Preistoria all’apogeo dell’Impero romano, lezione 7, Il “colore” dell’Antico – Policromia nell’arte antica, parte 1 di 7. Siamo abituati a immaginare l’architettura e la scultura antiche come bianche, così come le hanno immaginate e prese come ispirazione gli esponenti del neoclassicismo, e anche il fascismo nel suo mondo classico immaginario. Ma uno sguardo più attento, ad esempio alla statua di Augusto di Prima Porta, rinvenuta nella seconda metà dell’800, nella villa di Livia, la moglie di Augusto, ci accorgiamo che ci sono piccole tracce di colore. La verità è che il colore c’era, ma è sparito. La colmata persiana di Atene, la terra dentro cui gli ateniesi seppellirono le loro statue profanate dai persiani, è un esempio interessante: rinvenute a metà del sec. XIX, le statue mostrarono segni evidenti di colore.