Il professor Bisogno conclude in quest’ultima parte l’incontro della Bottega di filosofia. Si giunge infine dopo i precedenti passaggi all’ analisi del pensiero di Anselmo.
Dopo sei secoli di premesse logiche dialettiche Anselmo giunge a un punto a cui non era ancora giunto nessuno. Ovvero sostiene che il solo ragionamento condotto con correttezza può portare alla dimostrazione dell’esistenza di Dio.
Anselmo sostiene che il ragionamento funziona proprio perché Dio esiste, e questa è la struttura di quella forma di pensiero che Anselmo chiama rectitudo. La rectitudo è la coerenza dei tre ordini (tre ordines: ordo rerum, ordo idearum, ordo verborum), ovvero la coerenza tra l’ordine delle cose, l’ordine dei miei pensieri, e l’ordine delle mie parole.
Per Anselmo ogni cosa ha la sua rectitudo, quindi anche la libertà. I medievali identificano la libertà con la libertà dal peccato. La libertà nel sistema anselmiano è massima, purché si eserciti nel perimetro della razionalità.