Il prof. LaManna prosegue la sua analisi tra gli autori della stagione umanistica-rinascimentale e tra le relative reinterpretazione del cristianesimo da essi proposte, fino ad arrivare all’isolamento dell’elemento tragico.
In questa parte della conferenza viene preso in analisi un autore come Bartolomeo Scala, un uomo che si poneva in continuità con la tradizione cristiana, dai cui scritti si estrapola la trattazione del tema della natura posta in relazione con il creatore.
Il tema della natura andava diffondendosi molto nella Firenze umanistica rinascimentale, poiché nel 1417 Poggio Bracciolini riavvia una grande operazione di trascrizione del ”De rerum natura” di Lucrezio. Tale opera diventa un punto di riferimento per i filosofi fiorentini dell’epoca e induce a un riavvicinamento alla filosofia epicurea.
Marcello Adriani, uomo di fede, nel 1497 introduce un tema di grande rottura con la cristianità, ovvero quello della causalità: la conoscenza delle cause della natura annulla l’effetto sorpresa (Nihil admirari).
Tra i grandi autori rinascimentali, Giovanni Pico della Mirandola attribuisce al Dio dell’antico testamento nella creazione di Adamo degli elementi di assoluta novità, per cui ”se una natura esiste per l’uomo è solo la sua libertà”.