La definizione del canone degli autori da studiare a scuola si deve soprattutto alla ”Storia della letteratura italiana” di Francesco De Sanctis, stampata in due volumi a Napoli tra il 1870 e il 1871. De Sanctis cita diverse autrici, ad esempio le mistiche, le poetesse cinquecentesche, le pastorelle d’Arcadia, ma relegandole entro forme secondarie, incapaci di raggiungere il vero stile poetico. Scritta in maniera impeccabile, tanto da essere considerata a sua volta un’opera letteraria, la Storia di De Sanctis si inseriva nel progetto borghese delle classi dirigenti italiane di offrire un modello pedagogico chiaro ma certamente non neutro: il ruolo delle donna è quello della cura domestica, nel silenzio delle mura di casa.
Alle nuove generazioni si intendeva proporre, per le autrici, il modello di una scrittura dolente, una poesia lirica di fedeltà all’amato anche dopo la sua scomparsa, che si incarnava in autrici come Gaspara Stampa e Vittoria Colonna.