Diverse scrittrici, alla fine dell’Ottocento, emersero sulla scena pubblica, grazie a un mondo editoriale in grande fermento: giornali e riviste su cui erano pubblicati romanzi d’appendice e novelle oltre che articoli; case editrici che, soprattutto a Milano e a Roma, lanciavano nuovi nomi; collane destinate alla divulgazione nella giovane nazione italiana e a lettori e lettrici dal Nord al Sud, in un mercato finalmente unificato.
Spiccano Grazia Deledda, Matilde Serao, Maria Antonietta Torriani (la marchesa Colombi), Carolina Invernizio,
Su tutte queste autrici sono pesati decenni di pregiudizi critici: Grazia Deledda, nonostante il premio Nobel, e Matilde Serao sono spesso confinate nella letteratura regionalistica; i romanzi della Marchesa Colombi e soprattutto di Invernizio erano considerati mera produzione di consumo, destinati a un pubblico popolare e poco colto e dunque indegni di essere studiati con gli stessi strumenti e la stessa attenzione critica della letteratura alta.