Il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro (9 maggio 1978) rappresentò una svolta, perché dimostrò lo scollamento tra il progetto politico delle Brigate rosse e le azioni concrete. Moro incarnava per le BR colui che corruppe il PCI portandolo ad unirsi alla DC alla guida del paese, ma la scelta ricadde su di lui non solo per questo motivo. Nel desiderio di compiere un gesto eclatante infatti, le BR avevano selezionato tre obiettivi: Moro, Andreotti e Fanfani. La scelta ricadde su Moro non perché era il leader più pericoloso, ma perché costituiva l’obiettivo più facile: questo dimostra un’incapacità di strategia politica da parte del terrorismo rosso, che sperava in un’insurrezione delle masse in seguito al rapimento di Moro.