Regia Fabrizio Galatea, operatore Timothy Heys-Cerchio, montaggio Lucio Viglierchio, realizzazione Zenit Arti Audiovisive
Master contenuto in Le ragioni della bellezza, di Antonio Pinelli. Volume 1, Dalla Preistoria all’apogeo dell’Impero romano, lezione 4, Arte e ingegno – La battaglia degli artisti, parte 1 di 8. La lunga battaglia degli artisti per ottenere un ruolo sociale simile a quello dei poeti, dei letterati e degli scienziati. Nell’antica Grecia gli artisti venivano chiamati bànausoi, chi si guadagna il pane col lavoro delle mani. L’auto-consapevolezza nasce con la firma, primi segni di rivendicazione sono di Polymédes, Kouroi gemelli, 580 a.C., poi iscrizione sul vaso Cratere François, 570 a.C. circa, ”Ergotimos mi ha fabbricato, Kleitias mi ha dipinto”, e l’anfora di Exekias, 540 a.C. circa. Nell’Atene di Pericle, Fidia ha uno status sociale molto elevato, mentre a Roma tende a regredire: il Pantheon e il Colosseo, ad esempio, non hanno autore, mentre gli artisti greci venivano invitati e considerati, come Apollodoro di Damasco, autore per Traiano del Foro di Traiano e dei mercati Traianei. Altro segno di rivendicazione sociale è la scrittura, esempio il Canone di Policleto.