Master contenuto in Processo storico di Giancarlo Monina, con Franco Motta, Sabina Pavone, Ermanno Taviani.
Citazione da Il gattopardo di Luchino Visconti, Italia, Francia, 1963.
Sicilia, 1860. Garibaldi e le sue truppe sbarcano a Marsala per porre fine al Regno dei Borboni e dare inizio al processo di unificazione dell’Italia. Tra i giovani che si arruolano volontari nelle file delle camicie rosse c’è Tancredi, ambizioso nipote del capofamiglia Fabrizio, principe di Salina. Il principe Fabrizio prende coscienza del cambiamento dei tempi e sfrutta il dinamismo del nipote per restare a galla in un momento di transizione politica e istituzionale. Nonostante lo scompiglio portato dall’arrivo dei garibaldini a Palermo, il principe e la sua famiglia partono come di consueto dalla città per trascorrere la villeggiatura annuale nella residenza di campagna a Donnafugata.
Qui Tancredi conosce e si innamora di Angelica, figlia di un imprenditore e politico diventato ricco grazie alla sua scaltrezza. Il principe Fabrizio è favorevole al fidanzamento del nipote aristocratico con la giovane esponente di una ricca borghesia nascente, avendo accettato che “tutto deve cambiare perché tutto resti come prima”. Il ballo finale nel palazzo di una nobile facoltosa, evento durante il quale borghesi e aristocratici si mescolano, offre al principe Fabrizio un’occasione per riflettere sulla sua vita e sui recenti avvenimenti che hanno radicalmente mutato il suo paese.
Nello spezzone la scena del ballo con cui il film si chiude.
Il principe Fabrizio e Angelica danzano sulle note di un valzer nel sontuoso salone del palazzo che li ospita, davanti agli occhi degli invitati che li osservano affascinati.
Nella folla non è possibile distinguere gli antichi nobili di sangue dai nuovi borghesi facoltosi sempre più numerosi e potenti.