testi, regia e montaggio: Patrik Ugone, Sara Gardoncini, Francesco Manto - Scribacchini srl.
La basilica di Saint Denis, il primo grande esempio di arte franciliana, meglio nota come arte gotica, si sviluppò fra il IV° e il V° secolo a partire dalla cappella di un cimitero gallo-romano, dove giacevano i resti di san Dionigi. Nel VII° secolo, il re merovingio Dagoberto li scoprì e decise di essere sepolto nello stesso luogo, inaugurando una tradizione durata fino al 1824, anno di inumazione dell’ultimo re, Luigi XVIII. Lo stretto legame fra la chiesa e i reali di Francia contribuì alla gloria e alle progressive espansioni dell’edificio. Nel XII° secolo, per volontà dell’abate Sugerio, la basilica venne ricostruita seguendo i principi architettonici del nuovo stile gotico. A questo periodo risale la facciata occidentale: il rosone, le vetrate con la loro ricca iconografia, e le volte su crociere a ogiva, destinate ad alleggerire l’abside. I lavori continuarono nel XIII° secolo, durante il regno di Luigi IX°, che la proclamò ufficialmente necropoli reale. Specchio del destino dei sovrani, Saint Denis ne condivise la buona e la cattiva sorte: con la caduta della monarchia, nel 1792, i rivoluzionari decisero di distruggere la necropoli, uno dei simboli del potere del Re. Le tombe vennero profanate, i resti dispersi in fosse comuni, e i due rosoni e le vetrate medievali distrutti per ottenere del piombo. I lavori di restauro, intrapresi nel corso della Restaurazione e terminati solo intorno al 1879, conferirono alla basilica l’aspetto attuale.