Master contenuto in Processo storico di Giancarlo Monina, con Franco Motta, Sabina Pavone, Ermanno Taviani.
Citazione da Das Leben der Anderen (Le vite degli altri), di Florian Henckel von Donnersmarck, Germania 2006.
Berlino Est, metà anni Ottanta. Il famoso drammaturgo Georg Dreyman e la sua compagna, l’attrice di successo Christa-Maria Sieland, sono considerati fra gli intellettuali più influenti della DDR, allineati al Partito comunista. Un giorno il ministro della cultura Bruno Hempf assiste a uno spettacolo in cui recita l’attrice e se ne invaghisce. Affida quindi al capitano Gerd Wiesler, uno dei migliori agenti della Stasi (il Ministero per la sicurezza di Stato che sorveglia la vita dei cittadini della DDR), l’incarico di spiare la coppia per trovare elementi a carico dello scrittore e poter così liberamente avvicinare la donna. Il tenente colonnello Anton Grubitz, superiore di Wiesler, lo sostiene e lo pungola in questa missione, con la promessa di elevarlo di grado se fosse riuscito a incastrare Dreyman. Poco dopo l’inizio delle operazioni di sorveglianza, un caro amico del drammaturgo, logorato dall’impossibilità di lavorare a causa delle sue idee politiche, si suicida. Questo evento è dirompente per Dreyman che si decide a fare qualcosa per dissentire e ribellarsi al regime della Germania in cui vive.
Nel frattempo anche Wiesler cambia. I mesi di pedinamenti e intercettazioni della coppia gli offrono una prospettiva diversa da cui osservare il sistema che serve. Il grande desiderio di libertà artistica e intellettuale dello scrittore lo colpirà in profondità, tanto che il capitano entrerà nelle vite degli altri non per distruggerle ma per proteggerle con intima partecipazione.
Nello spezzone il funerale di un regista suicida a cui era stato impedito di lavorare in quanto non allineato alle posizioni del governo comunista. Al di là della sequenza filmica, dopo la caduta del Muro è emerso come la Germania Est fosse all’epoca lo Stato con il più alto tasso di suicidi al mondo, a causa delle condizio