Nel xiii secolo, soprattutto nella Francia meridionale, alcune fra le donne di corte erano ben in grado di dedicarsi allo studio e alla pratica di strumenti musicali, del canto e alla composizione poetica. Ciò diede luogo all’interessante fenomeno delle “trovatrici”, o trobairitz, di cui fu autorevole esponente Beatriz de Dia, conosciuta come la Contessa di Dia. Le sue poesie documentano, attraverso un sofisticato trobar leu (cioè un “canto lieve, leggero”, opposto al criptico trobar clus, un “canto chiuso, ermetico”) il suo amore per Rimbaud d’Orange (1146-73). La canzone A chantar m’er de so qu’eu no volria (“Devo
cantare ciò che non vorrei”) ci è giunta nella sua interezza ed è perciò particolarmente significativa per capire come dovevano suonare, alle orecchie degli ascoltatori contemporanei, le liriche della tradizione trobadorica.