Testo, riprese, voce, montaggio a cura di Scribacchini srl. Musica sigla: Free Jingles Bell London, Lino Rise/free-intro-music.com, CC BY 3.0, base musicale: Antonio Vivaldi - Concerto in G minor Op.12, No.2 - II. Adagio: European Archive Foundation. Referenze video e iconografiche: Ultimo muro rimasto del Tempio di Amun all’Oasi di Siwa: Dennis Sumrak/Wikimedia Commons; Alexander the Great called the son of Jupiter-Ammon by the priest at the oracle in the Siwa oasis: Public domain/Wikimedia Commons; Alessandro Magno personificato come Zeus: © The Bridgeman Art Library/Archivi Alinari; Alessandro Magno in battaglia: G.Dagli Orti/White Star; Battaglia di Isso tra Alessandro Magno e Dario III di Persia: Napoli, Museo Archeologico Nazionale/Wikimedia Commons; Extent of the empire of Alexander the Great: Generic Mapping Tools/Wikimedia; Mid-nineteenth century reconstruction of Alexander’s catafalque: Unbekannt/Wikimedia Commons; Alessandro Magno parla ai suoi soldati: Letteratura italiana, Einaudi-La Repubblica 2007/Venezia, Biblioteca del Monastero Mekhitarista; Alessandro Magno come Helios: Wikimedia Commons/Jastrow (2006); Aristotle teaching Alexander the Great: Charles Laplante/Wikimedia Commons; Porus at the Battle of the Hydaspes: Mathiasrex Maciej Szczepańczyk/Wikimedia Commons.
331 a.C., Egitto: l’oracolo di Amon si rivolge ad Alessandro Magno chiamandolo “figlio di Dio”. Già fra i suoi contemporanei vi fu chi diede credito all’ipotesi e chi la considerò un’altra abile mossa strategica del giovane conquistatore. Quello che è certo è che, fosse o non fosse effettivamente un dio, sicuramente Alessandro visse come tale. Di tutti i personaggi storici egli è sicuramente quello che più incarna il superamento di ogni limite. Dario, l’imperatore dei persiani che pure era venerato come un Dio, dovette inchinarsi al giovane macedone nella famosa battaglia di Isso, nel 333 a.C. Oltre alla penisola greca, Asia Minore, Egitto, Pakistan e India caddero sotto il controllo dei suoi eserciti nel giro di dodici anni.