Dopo cinquantasei anni, la rivoluzione cubana e i principi marxisti leninisti che l’hanno guidata devono affrontare la sfida di un mondo che cambia. Anche i più ortodossi pensano che sia giunto il momento di essere meno rigidi, e riconoscono di essere entrati, complice l’età avanzata di Fidel Castro e del fratello Raúl, attuale presidente della repubblica, in una fase di transizione di cui non è facile prevedere gli sbocchi. Nessuno può dire oggi a che cosa porterà il dialogo avviato con il presidente degli Stati Uniti Obama. Ma il ruolo dei privati è cresciuto soprattutto nel campo del turismo, che ha sostituito la canna da zucchero come principale risorsa economica del paese, e dai giovani vengono pressanti richieste di ulteriori aperture in campo culturale e politico. D’altra parte, sono pochi i cubani disposti a rinunciare al sistema di garanzie (riforma agraria, scuola, sanità, assistenza sociale) che il castrismo ha costruito nel corso degli anni.